Il libro ripercorre l'evoluzione di questo concetto e la multiforme lettura nei contesti storico-sociali attraverso l'opera di pensatori come Durkheim e Max Weber, Simmel e Ortega y Gasset, Dahrendorf e Foucault.
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Ma soprattutto prova a interpretare le due concezioni antitetiche dell'anomia che noi ritroviamo: quella che la giudica una degenerazione della società industriale rispetto alla quale vanno ricercati dei rimedi; quella invece che ne saluta con entusismo la capacità di restituire all'uomo la libertà dai dogmi.
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