Figura a lungo negletta dalla critica specialìstica, e poco nota al di fuori della ristretta cerchia degli "addetti ai lavori", Giusto de' Conti da Valmontone (nato nei primi anni del Quattrocento, morto a Rimini nel 1449, presso la corte di Sigismondo Pandolfo Malatesta) e stato oggi giustamente riscoperto e rivalutato, fino ad essere considerato «il Pietro Bembo del Quattrocento» (M.
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Santagata).
La sua opera più nota, quella cui deve la fama, è La bella mano (1440), il primo canzoniere costruito sul modello petrarchesco e il più diffuso tra quelli composti nel XV secolo: ebbe infatti eco grandissima, al tempo, e forni spunti per molte e spesso illustri riprese presso tutti i poeti delle corti padane [in primis Boiardo), della Toscana e dei più attivi contesti centro-meridionali, inclusa la Napoli aragonese (rappresentata, tra gli altri, da Sannazaro). L'importanza storica di questo canzoniere è di aver contribuito in misura notevole a porre le basi per il trionfo del petrarchismo; ma Giusto - e qui è la sua specificità - non fu soltanto il promotore di una coerente e sistematica "imitazione" del poeta aretino: egli seppe anche utilizzare con maestria gli strumenti linguistici del modello proprio per diversificarsene e veicolare, tramite quelli, contenuti culturali e spirituali anche molto lontani da Petrarca. Non per nulla, nella Bella mano si assiste a una parabola ben diversa da quella tratteggiata nei Rerum vulgarium fragmenta: la donna infatti, inizialmente tanto amata e vagheggiata malgrado la sofferenza inflitta al poeta, a seguito del suo "tradimento" diventa infine bersaglio dell'ira e del biasimo del suo cantore.
Di questo poeta, della sua parabola, dell'influsso da lui esercitato anche nella storia di alcuni generi (come quello bucolico, o la "visione" d'ispirazione platonica) mancava, nonostante la recente rivalutazione, un ampio studio complessivo. Italo Pantani ha inteso colmare la lacuna con il presente volume, premessa dell'edizione critica della Bella mano, attualmente in via di compimento per le sue cure.